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Monte Battaglia

La battaglia che infuriò su questo colle dell’appennino Tosco-emiliano, è uno dei più importanti scontri lungo la Linea Gotica.

Oggi Monte Battaglia si presenta come un luogo tranquillo immerso nella natura ma quasi 80 anni fa gli americani dell’88° divisione di fanteria noti come “blue devils” si scontrarono con reparti tedeschi e di bersaglieri italiani in quella settimana infernale dell’autunno del 1944. 

Il 27 settembre di quell’anno i soldati americani del 350° reggimento guidato dal colonnello Fry diedero il cambio ai partigiani della 36° brigata Garibaldi guidata da Carlo Nicoli. La presenza delle bande facilitò l’arrivo degli statunitensi sul monte. 

Il giorno successivo fu costellato da una serie di feroci attacchi tedeschi tra il fango e la nebbia di quei giorni. In quel giovedì di sangue morì il capitano Robert Roeder comandante della compagnia G, distintosi a Monte Battaglia, ricevette postuma la Medaglia d'Onore; la più alta onorificenza militare americana, dimostrando un esempio di coraggio e disposizione al dovere. Egli stette tutto il tempo fra i suoi uomini dispensando ordini e incoraggiamenti.

Ricorda Ralph L. D’Ambrosio della compagnia anticarro del 350° reggimento:

“In mezzo a tutta questa sparatoria di mitragliatrici e fucili, con bombe di mortaio che arrivavano dappertutto, io potevo ancora sentire il capitano Roeder che, dall’esterno della torre, urlava ordini ai suoi uomini. Non lo vedevo a causa della densa nebbia ma sentivo la sua voce tonante”.

Durante un attacco nemico si espose in prima linea per respingere i tedeschi e dopo essere stato ferito dalle schegge di un proiettile, venne portato al sicuro dove riprese coscienza e insistette per tornare a combattere. preso un fucile uccise due soldati teutonici e poco dopo venne finito da un colpo nemico. 

I reparti tedeschi continuarono caparbiamente numerose incursioni volte a strappare al nemico la vetta, ricorrendo spesso ai mortai. Il 30 settembre riuscirono a cacciare gli yankees. 

Fu un trionfo illusorio perché dopo alcune ore gli americani ripresero il monte a seguito di violentissimi combattimenti all’arma bianca. 

L’intervento dei bersaglieri della RSI appartenenti al battaglione “Goffredo Mameli” è datato al giorno seguente e consistette in un ennesimo tentativo di espugnare la torre, ma ciò venne stroncato sul nascere dal fuoco statunitense. L’arrivo dei fallschirmjäger complicò ancora la situazione già delicata in cui si trovavano gli uomini dell’88° e tra il caos dei combattimenti si moltiplicarono gli atti di eroismo da entrambe le parti, con una dedizione al dovere incredibile. Memorabili furono le azioni ardite del sergente Manuel V. Mendoza che nel 2014 ricevette postuma la CMOH divenendo così il secondo decorato con questa onorificenza a Monte Battaglia.

Tra il 4 e il 5 ottobre gli americani abbandonarono il settore e lasciarono il posto agli inglesi. 

Bisogna dire che con l’arrivo della 3° Guardia gallese i combattimenti furono di intensità minore in parte dovuta alla perdita d’importanza del monte in favore del settore del Senio e di quello della Futa in direzione di Bologna (statale 65). L’altro motivo si spiega con il fatto che i britannici a differenza degli americani hanno adottato un metodo difensivo* più organizzato sfruttando l’artiglieria e i mortai per placare le feroci incursioni dei tedeschi. Fu proprio con questa tattica che si riuscì a neutralizzare i tentativi di conquista della vetta. Alla fine per i tedeschi non ci fu nulla da fare, rinunciarono definitivamente alla cattura del monte. 

A Monte Battaglia diedero la vita 119 americani, mentre 300/400 tedeschi morirono.11 i partigiani deceduti mentre i caduti inglesi furono alcune decine. Diversi furono i civili morti, vittime spesso del fuoco incrociato.

Questo colle dimenticato dell’appennino tosco-emiliano è stato teatro di una sanguinosa battaglia che pochi conoscono, ciò è dovuto probabilmente al fatto che lo scontro venne oscurato dagli sfondamenti della Linea Gotica al Giogo, alla Futa e infine lungo il fiume Senio ove il fronte si fermò per ben 5 mesi. 

Il rimboschimento della montagna nel Dopoguerra fece riaffiorare numerosi resti umani oltre al materiale bellico rinvenuto in gran quantità; al giorno d’oggi si continua a scoprire nuovi corpi di dispersi che possono finalmente ricevere una degna sepoltura.

Per la brutalità di questo scontro Monte Battaglia è paragonabile a una seconda Cassino e l’atmosfera di pace che si sente oggi è in netta contrapposizione con il violento passato di questo luogo. 


*Da notare che Monte Battaglia fu uno degli unici scontri di tutta la Campagna d’Italia nel quale gli Alleati si trovarono sulla difensiva. 


Scritto da Francesco Pastore



Bibliografia


Valerio Calderoni, Monte Battaglia 1944, Editrice la Mandragora

Roberto Gentile, Linea Gotica settore Emiliano volume 2,  Associazione Sarasota

https://www.cmohs.org/                                  

http://www.montebattaglia.it/guerra/guardieinglesi.html 

https://www.camalanca.it/la-lotta-di-liberazione/conquista-monte-battaglia/